7-Ott-2020 - RUOTE D’ITALIA 7 OTTOBRE 2020

Di seguito l'intervento "Ruote d'Italia" a cura del Presidente F.A.I. Nazionale Paolo Uggè del 7 ottobre 2020.

RIPRESA A RISCHIO?

Si è tornati a parlare di limitazioni, chiusure anticipate e questo fa scattare nell’opinione pubblica un forte campanello d’allarme. Se si limitano le attività, se si incrementa la paura e si da spazio alla sfiducia sul futuro le conseguenze sono del tutto evidenti. la ripresa si allontana e quel poco che si era messo in movimento rischia di rallentare. Le risultanze non sono buone per tutti noi. Personalmente ho le mie convinzioni che ho espresso nel Punto di venerdì scorso. Un fatto è comunque del tutto evidente la fase di incertezza non aiuta le imprese e rischia di innescare processi di regressione. Non si può comunque notare come non vengano evidenziate le posizioni di luminari che forniscono opinioni, che non negano certo la presenza del virus e la necessità di comportamenti adeguati, ma certamente fondati su dati meno allarmanti. Un modo di comunicare per lo meno discutibile.

Sentir parlare di rilancio delle infrastrutture o di interventi economici atti a favorire la ripresa e non avere la certezza di quando saranno disponibili i fondi europei desta preoccupazione. Il tanto annunciato Recovery Fund o il M.E.S. quando saranno utilizzabili? Come si muove il Governo per essere in linea con quanto viene richiesto dall’Unione europea? Ogni rappresentante dell’Esecutivo rilascia dichiarazioni che tuttavia danno la netta sensazione di non appartenere ad un progetto di Governo articolato e ben definito.
Così non si va da nessuna parte. Non siamo così digiuni di politica per non renderci conto che nella migliore delle ipotesi, soprattutto se si continuerà con la politica degli annunci tra qualche mese, potremmo trovarci nella ipotesi di ricevere risposte negative dalla Comunità europea.

Innanzitutto si rischia concretamente che le certezze sulle disponibilità di cassa che garantivano 130 MLd di Euro del programma Italia veloce si rivelino inesistenti. Il dubbio che insorge è come sarà possibile di fronte ad un debito che cresce velocemente e con il Patto di Stabilità che prima o poi tornerà, andare sui mercati e chiedere fiducia con un crollo del PIL così significativo e con una soglia del PIL ipotizzata a + 6% nel 2021. I miracoli sono sempre possibili ma in economia è meglio essere più prudenti. Forse qualcuno ha ricostruito le riunioni tenute in Europa con troppo ottimismo. Il Recovery fund è stata la richiesta condivisa solo dai presidenti della Unione Europea, sulla quale sono state peraltro sollevate delle osservazioni e richieste di approfondimenti.

Il rischio è in sostanza che tutto l’ottimismo dimostrato possa venir meno. Occorrerà tra l’altro, individuare con un provvedimento il gestore unico del Recovery Fund. E questo dovrà avvenire con un collegato alla legge di bilancio che sia in grado di “blindare” anche i tempi di approvazione in Parlamento. Inoltre si deve sapere che la Commissione europea impone che sia indicato un ministero o un Authority per garantire in modo efficace l’attuazione del Recovery Fund, che ne abbia quindi la responsabilità e sia interlocutore della Commissione. Dubbi sulla credibilità potrebbero emergere e non aiutare il Paese che si appresta ancora una volta a creare le condizioni per dare il potere di assumere decisioni ad una sola persona, limitando il potere delle regioni.

Il Lockdown generalizzato è nato così. Ma la Costituzione non sembra essere violentata nei suoi principi fondamentali? A me si!

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