7-Mag-2021 - IL PUNTO DI PAOLO UGGE'

L’intervento del presidente del Consiglio Mario Draghi, che ha voluto personalmente lanciare la campagna turistica per l’anno in arrivo, travalica il senso dell’iniziativa tendente a rilanciare una delle attività economiche più significative del Paese ma segna, speriamo in fretta, l’avvio verso il viale del tramonto di politicanti senza una idea, se non solo quella del potere, e di quei squallidi “personaggetti”, che con la pandemia hanno conosciuto una notorietà che mai la professione avrebbe loro concesso. E’ il rilancio della competenza? Lo speriamo. Un fatto è assodato: ora il Paese ha trovato un leader!

E’ tuttavia evidente che l’invito a venire nel nostro Paese come turisti pone alcune inevitabili esigenze. Tra le quali spicca la capacità di accogliere, in tutte le sue sfaccettature che vanno: dalla messa a disposizione di servizi indispensabili, (le infrastrutture di supporto, ad esempio), alla garanzia sulle di libertà che debbono essere, pur con la dovuta attenzione, assicurate. Come sia possibile rilanciare il turismo e mantenere il coprifuoco, gli ingressi nei musei razionati, i ristoranti e le attività ricettive in genere, limitate nella loro operatività, per non parlare dei collegamenti infrastrutturali, indispensabili, oltre che per garantire alle merci di giungere sui mercati di destino, per consentire ai turisti la facilità negli spostamenti verso le località di attrazione, è solo nella mente del Ministro Speranza e dei “Mujahidin” del divieto. Certo non sono sufficienti le ipotesi relative alle iniziative da assumere, occorre fare.

Ritengo che sia importante evitare di ricadere nella politica degli annunci relative ad opere che forse nel prossimo decennio saranno avviate. Oggi occorre riavviare il Paese subito con interventi e stanziamenti immediati e possibili per dare il senso di una effettiva scelta di rimessa in moto. Non è solo cambiando le denominazioni ai dicasteri o rilanciando organismi in tempi lontani già utilizzati che fa ripartire il Paese. Si crea certamente “immagine”, un elenco di opere, ma la gente e l’economia necessitano di atti concreti.

La sensazione che traggo, e mi auguro di sbagliare o di essere smentito, è che al di là degli elenchi e riunioni oceaniche per dare il senso delle attività quello che è carente è l’individuazione di quegli interventi che in tempi brevi diano il senso di una reale ripresa.

Vogliamo prendere ad esempio il Ponte sullo Stretto? In sei mesi possono essere avviati i lavori dando così anche una risposta importante ai livelli occupazionali. Le verifiche e gli approfondimenti sono tutti stati effettuati. Credo sia più adeguato individuare opere utili ai collegamenti che tante chiacchiere su progetti che si realizzeranno.

Perché non avviare i più volte annunciati e mai realizzati escavi per rendere capaci di accogliere le grandi navi che entrano nel Mediterraneo? Perché non individuare nel business plan europeo quegli interventi di cui il Paese ha estrema necessità e che accelererebbero i collegamenti con il resto d’Europa?

Onestamente quando sento dibattere da forze politiche temi come lo Jus soli o leggi che hanno anche una loro validità come sulle discriminazioni sessuali o sulle parità di genere (da non mettere in discussione) mi preoccupo. Oggi si deve essere concentrati su altro. La gente vuole riprendere ad operare. Valorizzare le persone capaci, al di là del genere, è un’esigenza essenziale ma indipendente dalla battaglia ideologica che è solo da politici politicanti.

Questa settimana è stata rilanciata la Consulta che il premier Mario Monti eliminò con un tratto di penna nel 2011, considerandola inutile. Le si è dato una nuova denominazione e si riparte con la nuova avventura. Delle due l’una o commise un errore allora il premier Monti o lo si commette oggi. Se il confronto con le parti sociali, allora i partecipanti erano ben identificati e numericamente inferiori, venne considerato inutile, costoso e una perdita di tempo, ma diede dei risultati, cosa mai uscirà da una pletora di partecipanti rappresentanti dei diversi settori? Comprendo anche le esigenze del dover “voler dimostrare” ma poiché considero il Ministro ed il Presidente del Consiglio persone capaci e pratiche, spero stiano lavorando in pochi sul documento finale concreto e mi auguro soprattutto che individui gli interventi necessari che in tempi relativamente brevi riescano a determinare i cambiamenti attesi ed a far ripartire le attività. In caso diverso avremo fatto il solito fumo. Credo tuttavia che il Premier non lo consentirà.

Chiudo con parole non mie, rimandando a quanto detto nell’intervista a "Il Corriere della Sera" dal Presidente Confcommercio Sangalli. Le trovate sulla Home page dei siti della Conftrasporto e di Confcommercio. Sono evidenziazioni semplici, concrete e di buon senso. Ma rappresentano le cose delle quali questo il Paese ha l’esigenza.

07 maggio 2021

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