23-Apr-2021 - IL PUNTO DI PAOLO UGGE'

Un dato sembra essere assodato. La situazione generata dalla questione pandemica sta lasciando strascichi ed incertezze evidenti.

Assistiamo sgomenti al mutamento di valutazioni che prima erano un dogma. “State in casa il più possibile”, una indicazione che ci sentivamo ripetere ogni piè sospinto. Oggi leggiamo invece che stare all’aperto è una soluzione ottimale per contrastare la diffusione del virus. Qualcuno potrà sostenere che siano cambiate le temperature ma basti pensare a Paesi dove il freddo è quasi una costante per scoprire che l’evoluzione del virus è più bassa che nel nostro mezzogiorno dove notoriamente fa più caldo. Sardegna e Val d’Aosta sono lì poi a dimostrare che esistono altre situazioni.

Verità assolute messe dunque in evidente contestazione e stupidità assolute che mettono in condizione il Governo, che pur se ha fatto registrare cambiamenti evidenti rispetto al precedente, di perdere credibilità.

Se sto assaporando un piatto di carbonara e si mette a piovere a dirotto cosa faccio? Se non posso entrare nel ristorante consumo quel primo favoloso sotto il diluvio? Perché visto che si sostiene che la salute ha la predominanza su tutto (ineccepibile) non si diluisce la frequenza scolastica dalle secondarie nel corso del giorno? Chi si oppone? Non è la salute ad avere la prevalenza?

L’incremento dei servizi di trasporto pubblico e la suddivisione delle presenze a scuola darebbero una risposta al problema degli assembramenti. Il mantenimento del coprifuoco alle 22 è una stupidaggine che non fa onore a chi la difende. È una delle tante misure inutili o se vogliamo dirlo una presa in giro. Chi frequenta palestre, ristoranti o bar, di fatto saranno costretti al rientro presso la propria abitazione prima delle dieci. Il che significa che il principio del Principe di Lampedusa per il quale occorre che cambi tutto perché non cambi niente è la linea guida di questo Governo. Forse che alle 23 il virus inizia a circolare? A mezzogiorno non colpisce ma solo alla sera? Si mettano limiti, si ricorra alle prenotazioni. Si introducano sanzioni per i veri assembramenti, ma siate seri. Onestamente ci si aspettava di meglio.

Passando al tema degli interventi di natura economica rischiamo veramente di cadere in ulteriori brutte figure.

Partiamo dalla recita del governo Conte sugli Stati Generali. Una presa in giro eccezionale utile solo a far vedere quanto l’Esecutivo si impegnasse per identificare misure necessarie.
Ricordo che assicurazioni vennero fornite sulla realizzazione del collegamento tra la Sicilia ed il Continente. Riporto la dichiarazione del capo delegazione del Pd Onorevole Dario Franceschini: “sarebbe assurdo se si realizzasse l’alta velocità nel Paese senza prolungare tale asse fino a Palermo e quindi realizzare lo stabile collegamento tra Reggio e Messina”. Ma vi sono state anche le dichiarazioni di Ministri che garantivano, entro il 15 ottobre del 2020 le conclusioni per la realizzazione di un collegamento stabile tra Reggio e Messina. Chi l’ha visto?

L’Unione Europea nelle linee guida delle proposte da inserire nel Ricovery Plan definiva la data del 2026 il termine per proporre le opere. In Francia ed in altri Paesi sono stati più avveduti ed hanno redatto proposte con le quali si utilizzavano una parte delle risorse del Recovery e la parte maggioritaria con interventi dello Stato. Aggirando così il limite previsto.
Il Governo italiano ha finanziato segmenti di opere ma senza garantirne l’integrale realizzazione. Eppure vi sono 30 miliardi disponibili nel fondo di Coesione e Sviluppo da utilizzare nell’arco 2014- 2020. Sarebbe di vero interesse allora sapere perché si è deciso di non inserire nel Recovery la realizzazione del Ponte sullo Stretto.

Se volessimo ricordare le dichiarazioni roboanti rilasciate dai ministri dei governi precedenti scopriremmo delle assicurazioni ridicole. Almeno il 40% delle risorse per le infrastrutture saranno destinate a finanziare opere per il mezzogiorno; (ministro Provenzano) il ministro dei trasporti parlava del 45% mentre il premier Conte arrivava al 50%. Che presa in giro!
Ora è un dato di fatto che se si vuole dare una spinta decisiva bisogna favorire i collegamenti tra il Sud del Paese con il nord Europa. Non lo affermo io ma queste sono le linee definite a livello comunitario per dare competitività all’economia europea.

Non ritengo che l’unico partito che ha sempre dichiarato la propria avversità alla realizzazione delle opere infrastrutturali (Tav, terzo valico, Ponte sullo Stretto, etc) abbia il peso politico per bloccare quelle che in tutta evidenza sono interventi necessari per il nostro Paese.

Ma vi è un aspetto da considerare il direttore della Unione europea Marc Lemaitre ha già avuto modo di evidenziare l’esigenza di un approfondimento sui ritardi del nostro Paese nella spesa delle risorse destinate all’infrastrutturazione del Sud. Il dato che dovrà essere spiegato alla Commissione europea è relativo alle motivazioni che hanno portato al blocco dell’80% degli investimenti relativi al Programma di infrastrutture Strategiche dal 1°gennaio 2015 ad oggi. Qualcuno dovrà assumersi le responsabilità politiche che sono del tutto attribuibili agli Esecutivi del passato. Penso che farà fatica anche un fuoriclasse come il presidente Draghi a spiegare queste singolari decisioni del non fare.

Per chi pensasse che quanto sopra evidenziato siano idee folli o senza riferimenti, invito a leggere il sito “Le Stanze di Ercole”, edito dall’ingegner Ercole Incalza che ha gli elementi probanti di quanto in parte ho ripreso dai suoi articoli.

La speranza è che il presidente Draghi non voglia consentire che dopo tante ipocrisie pronunciate da chi interpreta la politica solo come occasione di annunci continui a procedere a danno del Paese. In gioco c’è il futuro delle prossime generazioni.

23 aprile 2021

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