28-Mag-2021 - IL PUNTO DI PAOLO UGGE’

Di seguito l’approfondimento “Il Punto” a cura del Presidente F.A.I. Paolo Uggè.

La scorsa settimana ho posto il tema della sicurezza all’attenzione di coloro che seguono settimanalmente il Punto. Non vorrei passare per un profeta di sventure. Semplicemente sono convinto che alla base di troppi eventi luttuosi vi siano dimenticanze ed inadempienze sul tema delle regole che finiscono per produrre delle conseguenze sui cittadini incolpevoli. La tragedia del Mottarone ne è un esempio.

Il nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto mettere un punto fermo con la netta affermazione di come la “vita dipenda dalle norme di sicurezza”. Questo deve divenire un monito da scolpire nella mente di ognuno. Troppe volte abbiamo sentito parlare nei convegni di quanto la sicurezza sia da perseguire ed in particolare di come sia un valore indisponibile. Pare evidente che Il profitto ed il lucro non debbono mai realizzarsi a danno della gente.

Le Autorità hanno gli strumenti per evitare che certi episodi possano avvenire. Possono essere utilizzati dei mezzi coercitivi o induttivi. Dall’esigenza di vaccinazione, l’esempio più recente. Non si limita la libertà della circolazione ma di fatto si pongono delle condizioni perché questa possa realizzarsi. Chi non utilizza il vaccino deve sottostare a controlli, tamponi, quarantene perché la salute è un bene che lo Stato deve tutelare. Nessuno è obbligato a vaccinarsi ma se ci si vuol muovere liberamente lo Stato vuole essere certo che non sia messa in pericolo l’incolumità della collettività. Quindi si deve sottostare alle norme cautelative, anzidette, alle quali il cittadino viene indotto a farvi ricorso.
Il medesimo principio tuttavia non viene applicato sempre. Nel trasporto vi sono regole non applicate che in tutta evidenza impattano con la sicurezza dei cittadini. La recente tragedia della funivia del Mottarone lo dimostra, così come quelle tante altre situazioni che hanno tutte come denominatore comune il mancato rispetto delle regole. Da qui, non si può non evidenziare come tanti episodi che coinvolgono il trasporto di merci negativamente, derivino dalla mancata applicazione delle regole. Perché tanti gazzettieri o forse “coraggiosi leccaculo travestiti da ribelli” (la definizione è di Giorgio Gaber) non approfondiscono mai le motivazioni per le quali certi episodi si verificano, ma si limitano alla cronaca?

Non si riesce a comprendere allora come mai su due argomenti per i quali era sopraggiunta una intesa con il competente ministero non si applichino principi che determinano maggior sicurezza. Parlo dei tempi di pagamento e dei costi minimi della sicurezza. Anche in questo caso le regole esistono e sono applicabili. Il riconoscimento della loro validità è previsto in pronunciamenti di Autorità comunitarie e addirittura per i costi della sicurezza da pronunciamenti della Suprema Corte.

Addirittura il ministero è ricorso ad esperti esterni per individuare i sistemi per calcolare i costi minimi della sicurezza ma evidentemente coloro che spesso ne parlano nei convegni, operano e riescono ad evitare che siano applicate le norme.

Così non va! I principi del libero mercato vanno rispettati ma all’interno di un quadro che garantisca ai cittadini che le operazioni di trasporto avvengano in un quadro di norme certe. Qualcuno può affermare sia così? Che nei trasporti eccezionali le regole siano chiare e le imprese possano operare regolarmente? che i costi incomprimibili siano applicati? che le revisioni avvengano nei tempi previsti, in modo tale di assicurare che gli automezzi siano sicuri? Perché sono scomparsi i CMR, Centri Mobili di Revisione? Fu una operazione che non solo assicurava la certezza della possibilità del controllo e non comportava oneri aggiuntivi per lo Stato, ma se si fossero dislocati, come da programma in punti strategici di ingresso del Paese, avrebbero garantito il rispetto delle leggi ed a trarne vantaggio sarebbero state le imprese nazionali, i lavoratori e la sicurezza dei cittadini. Vorrei che avere una risposta ad un semplice interrogativo: perché non è stato fatto?

Perché queste modalità più volte affrontate e definite non sono mai state attuate? Non si può sostenere tuttavia solo che la committenza ne approfitti o addossare le responsabilità sulla parte pubblica. Sarebbe troppo semplice. Certamente i mutamenti che si sono determinati nei trasporti e la crescita dei servizi di logistica hanno determinato modalità operative nuove e più complesse con le quali bisogna confrontarsi. Ecco perché il tema della crescita delle imprese e dei controlli, sul quale uno Stato civile, deve impegnarsi è la strada ineludibile per poter coniugare sicurezza e regole del libero mercato. Questo è indispensabile ma deve essere perseguito, se non vogliamo ad ogni tragedia continuare ad evidenziare le carenze senza mai impostare un sistema che garantisca la sicurezza per tutti nei sistemi di trasporto. Operatori e cittadini.

28 maggio 2021

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